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venerdì 1 luglio 2011

Buone Vacanze!


Siamo arrivati a luglio e l’estate è iniziata. Qualcuno ha da tempo cominciato a fare qualche capatina nei fine settimana al mare o in montagna mentre gli altri cominciano a contare i giorni che mancano alle sospirate ferie.
Anche l’anno pastorale è giunto al termine, nelle varie parrocchie si cominciano a vedere i vari depliant che propongono campiscuola, grest, ritiri spirituali, vacanze insieme…
In generale, nelle vacanze, si mette da parte tutto quello che si fa durante l’anno per aprire “un altro capitolo”. Tra le tante cose che vengono messe da parte spesso e volentieri c’è pure la nostra relazione con Dio.  Le chiese, durante l’estate, sono pressoché deserte se non, a volte, addirittura chiuse. Ma Dio non va in ferie! La vita di fede non dovrebbe conoscere la villeggiatura. Anzi, forse proprio durante la villeggiatura o la vacanza dovrebbe essere più facile dedicarsi allo spirito e allo spirituale. C’è più tempo: meno fretta; meno urgenze….
Il termine «vacanza» – sono andato a ricercarlo su internet – deriva dal latino vacare che in realtà significa dedicarsi pienamente a un’attività. La vera sosta, infatti, dovrebbe scandire ogni giornata e ogni opera umana: Pascal non esitava a scrivere che «ogni disgrazia viene agli uomini da una cosa sola: il non saper restare in riposo in una camera» (Pensieri,  n. 139).
Non è sempre facile organizzare il riposo: bisogna costruire un ozio intelligente. Per il cristiano le vacanze dovrebbero essere fonte di rigenerazione, di crescita spirituale da vivere con gioia!!!
Nel 2004, durante le sue vacanze, il Beato Giovanni Paolo II disse: «In questa oasi di quiete, di fronte al meraviglioso spettacolo della natura, si sperimenta facilmente quanto proficuo sia il silenzio, un bene oggi sempre più raro. Le molteplici opportunità di relazione e di informazione che offre la società moderna rischiano talora di togliere spazio al raccoglimento, sino a rendere le persone incapaci di riflettere e di pregare. In realtà, solo nel silenzio l'uomo riesce ad ascoltare nell'intimo della coscienza la voce di Dio, che veramente lo rende libero. E le vacanze possono aiutare a riscoprire e coltivare questa indispensabile dimensione interiore dell'esistenza umana».
"Fermatevi e sappiate che Io sono Dio!". (Sal 46,11). Il testo latino ha "vacate et videte"... cioè prendetevi una vacanza dalle occupazioni ordinarie; fermatevi, ascoltatemi, ascoltatevi! La vacanza per il cristiano si dovrebbe fondare qui: tempo per Dio, tempo per se stessi, tempo per l'essenziale, tempo per la meditazione, tempo per il silenzio.
Nella vacanze non dovremmo poi dimenticare tutti coloro che per vari motivi non possono godere di questo tempo così come vorrebbero. L’invito a non dimenticarci il nostro essere “ekklesia”, il nostro essere comunità sta proprio ricordando tutte queste persone e in questo ci potrebbero aiutare le parole che l’anno scorso Benedetto XVI dedicò a loro: «Non dimentico quanti non possono beneficiare di un tempo di riposo e di vacanza: penso ai malati negli ospedali e nelle case di cura, ai carcerati, agli anziani, alle persone sole e a coloro che trascorrono l’estate nel caldo delle città. A ciascuno assicuro la mia affettuosa vicinanza e un ricordo nella preghiera».
Buone vacanze a tutti!

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