GIOVANNI DELLA CASA
Il nunzio apostolico Giovanni Della Casa
fu il promotore del
galateo
di GIACOMO GALEAZZI - Fonte: Vatican Insider
Raramente si ricorda come l’ideatore del galateo sia un
ecclesiastico del Cinquecento, l’arcivescovo Giovanni Della Casa che ha
prestato servizio come nunzio apostolico nella diplomazia pontificia, una delle
più rigide al mondo nel protocollo. Basti pensare che per l’etichetta vaticana
non è ammissibile che un paese straniero accorpi in un’unica ambasciata le
rappresentanze diplomatiche in Italia e presso la Santa Sede.
Significativamente, il termine «diplomatico» indica una persona che abbia le
doti di accortezza, equilibrio, sensibilità necessarie nei rapporti politici
tra nazioni. E, al tempo stesso, viene definito «diplomatico», colui che non si
compromette o che persegue il proprio fine con pazienza, prudenza. Appunto
l’identikit del teorico delle buone maniere.
Monsignor Giovanni
Della Casa nasce a Firenze presumibilmente il 28 luglio 1503. Studia dapprima a
Bologna, poi a Firenze, sotto la guida di Ubaldino Bandinelli, che lo indirizza
verso le materie umanistiche e letterarie. Insieme a Ludovico Beccadelli, amico
del Bandinelli, Giovanni Della Casa si appassiona e viene assorbito dalla
lettura dei classici latini, per un periodo lungo due anni. Dopo avere dedicato
particolare attenzione allo studio della lingua greca classica a Bologna, nel
1532 Della Casa intraprende la carriera ecclesiastica a Roma. Diventa
Arcivescovo di Benevento nel 1544 e, sempre nello stesso anno, nunzio
apostolico a Venezia. Nel capoluogo Veneto redige l'introduzione dei tribunali
dell'Inquisizione, appronta alcuni famosi processi e tenta la creazione di una
lega contro Carlo V.
E' proprio in questi anni che scrive numerosi versi e
trattati tuttavia, quando Giulio III viene eletto papa, la sua fortuna declina.
Monsignor Della Casa decide quindi di ritirarsi in una villa nella Marca Trevigiana
dove si dedica ai suoi studi. Qui scrive la sua opera più famosa: "Galateo
overo de' costumi", ancora oggi notissima e conosciuta semplicemente come
"Galateo", manuale di belle maniere. E' il 1558; l'opera verrà
pubblicata postuma e godrà fin da subito di un grande successo che si estenderà
a tutta l'Europa. In seguito papa Paolo IV, succeduto a Giulio III, richiama
Monsignor Della Casa a Roma, come segretario di stato Vaticano. Morirà poco
dopo, a Roma, il 14 novembre 1556. Il suo "vademecum" sulle buone
maniere lo ha reso immortale.