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giovedì 3 marzo 2011

I simboli

Syn-bolon è un termine greco che significa "messo-insieme". Si riferisce ai patti che venivano stabiliti tra due contraenti e poi scritti su un coccio. I patti venivano sigillati (o tagliati) spezzando il coccio in due metà ciascuna delle quali era detta appunto synbolon. Ciascun simbolo rimandava all'altro, anche se non era presente e visibile, richiamando l'unità dei due, il patto stabilito.
La parola simbolo nelle culture occidentali indica genericamente qualcosa di reale e sensibile che rimanda però ad una parte mancante che gli appartiene, un parte reale ma non sensibile; una parte sovrasensibile che solo l'immaginazione intuitiva, stimolata dal simbolo, riesce a cogliere. Attraverso questa dinamica il simbolo riesce a mettere insieme nella coscienza umana sensibile e sovrasensibile, percezione e intuizione e attraverso di essa il simbolo risuona con la realtà soprasensibile a cui rimanda.


Il simbolo si puo' rappresentare  come una entità formata da più strati:
- uno piu' esterno, significante,
- ed uno piu' profondo, significato.


Il simbolo nasce con l'uomo. L'attività simbolica dell'uomo è la prima attività propriamente  umana.  Attraverso i linguaggi simbolici, l’esperienza, l'interiorità, il soprasensibile, lo spirituale, il divino, diventa comunicabile.
Il simbolo nelle religioni colma la distanza fra uomo e Dio, mette insieme il visibile e l'invisibile, ha perciò il potere di mettere l'uomo in relazione con il sacro, con l'eterno e con il divino, mediante oggetti e forme che hanno significati sempre da scoprire, come la croce, il tao, la stella. Nei simboli i significati non stanno tanto nel segno in sé, quanto nell'interiorità dell'uomo che li contempla, perciò sono sempre nuovi e vanno cercati nella propria anima.
 (definizione tratta dal libro di religione per le scuole medie inferiori Symbolum, della EDB

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