NEL RICORDO DI ZEFFIRINO
Un incontro storico, l’udienza di papa Ratzinger ai circa duemila rom, sinti, «camminanti» e altre minoranze, giunti a Roma dall’Italia e da diversi Paesi d’Europa, che si svolge alla vigilia di Pentecoste, giorno in cui la Chiesa riscopre e celebra la sua vocazione universale. L’incontro fa «memoria» del primo gitano elevato agli onori degli altari, il beato Ceferino Gimenez Malla (1861-1936) – Zeffirino, in italiano – nel 150° della sua nascita, nel 75° del suo martirio – arrestato dagli anarchici durante la Guerra civile spagnola per aver difeso un prete, fucilato mentre stringeva nel pugno la corona del Rosario.
È stato lo stesso Benedetto XVI a volere l’udienza, dopo aver «manifestato particolare preoccupazione per la minoranza zingara», ha detto a Radio Vaticana l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti. L’udienza è «un segno da leggere come un dono dello Spirito», perché gli zingari siano riconosciuti «come fratelli e come cittadini», incalza monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei. «Un fatto altamente significativo da un punto di vista culturale e sociale, oltre che religioso. Ma anche un fatto storico», commenta Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio. Se non è la prima volta che un Pontefice incontra gli zingari – si pensi a Paolo VI che il 26 settembre 1965 si recò in visita alla tendopoli di Pomezia – è però «la prima volta che rom e sinti vengono ricevuti in udienza da un Papa in Vaticano».
Tratto da: Avvenire
Sul sito della Comunità di Sant'Egidio è possibile leggere i testi delle quattro testimonianze rese ai pellegrini e al Papa all'aula Nervi. Per accedervi fai click QUI.