Una delle tematiche che quest'anno affronteremo in alcune classi è la veridicità, il problema della falsa testimonianza, dell'onore, del segreto... Gironzolando su internet ho trovato quest'articolo di Carello, giornalista della Rai, conduttore di A sua immagine, che mi era sembrato molto interessante e che ci poteva, forse, aiutare ad entrare nella discussione.

Rosario Carello
È diventato famoso quel ragazzo
che assistendo alla lezione del prof. Ornaghi, lo ha visto rispondere al
telefono, allontanarsi dall'aula, tornare, chiedere scusa e annunciare che era
costretto a congedarsi per andare a Roma «per i motivi che sapete». Di fatto il
primo, e per almeno due ore l'unico, annuncio relativo al governo Monti nella
famosa mattina della lista che non arrivava mai.
Quell'annuncio, che il prof.
Ornaghi immaginava privato e riservato ai suoi studenti, è diventato invece
notizia per tutti i media, grazie al ragazzo di cui sopra che, rilanciandolo su
Twitter, l'ha immesso nel circuito. Orbene, qui sorge una domanda, che
rivolgerò tra qualche riga. Quella mattina, infatti, anch'io come tutti cercavo
notizie: le agenzie? Nulla. I siti dei quotidiani? Niente. RaiNews, SkyTG e il
buon Mentana? Solo una lunga attesa. Così vado su Twitter e leggo l'intervento
del ragazzo di cui sopra. Ed ecco la domanda: mi fido o non mi fido? Certo, è
verosimile che Ornaghi abbia potuto salutare i suoi studenti. E se invece fosse
una panzana?
In questi casi è la fonte della
notizia a fare la differenza: infatti quindici giorni fa tutti hanno creduto al
tweet di Ferrara attraverso Il Foglio, che Berlusconi stava per dimettersi
entro pochi secondi. Il paradosso però è che qui la fonte era attendibile ma la
notizia falsa, lì la fonte non era attendibile ma la notizia vera. Ecco il
punto: come riconoscere una notizia vera se non riconosco chi me la dà? Il
sogno per cui tutti siamo giornalisti, per via dei mezzi di comunicazione
facile che abbiamo in tasca, è una gran sciocchezza. Funziona solo per le
tragedie filmate mentre accadono, quando il telefonino tremante di Pinco
Pallino è un surrogato della telecamera professionale che in quel momento non
c’è, in un’estensione più nobile della follia per cui certi papà preferiscono
riprendere i figli mentre rischiano la vita ruzzolando dalle scale per poi
vederli a Paperissima, piuttosto che correre a salvarli, nella certezza che è
meglio un figlio fratturato e in onda su Paperissima che sano ma anonimo.

Fonte: Azione Cattolica Italiana
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