"I nostri studenti che vanno male
(studenti ritenuti senza avvenire) non vengono mai soli a scuola. In classe
entra una cipolla: svariati strati di magone, paura, preoccupazione, rancore,
rabbia, desideri insoddisfatti, rinunce furibonde accumulati su un substrato di
passato disonorevole, di presente minaccioso, di futuro precluso. Guardateli,
ecco che arrivano, il corpo in divenire e la famiglia nello zaino. La lezione
può cominciare solo dopo che hanno posato il fardello e pelato la
cipolla. Difficile spiegarlo, ma spesso basta uno sguardo, una frase benevola,
la parola di un adulto, fiduciosa, chiara ed equilibrata per dissolvere quei
magoni, alleviare quegli animi, collocarli in un presente rigorosamente
indicativo.
Naturalmente il beneficio sarà provvisorio, la
cipolla si ricomporrà all'uscita e forse domani bisognerà ricominciare daccapo.
Ma insegnare è proprio questo: ricominciare fino a scomparire come
professori"
"Diario di scuola" - Pennac
Qualche giorno fa mi è capitata sotto mano questa citazione di Pennac e ho pensato subito ai miei alunni, a tutti quelli che ho incontrato in questi anni, a quelli che ritroverò tra qualche giorno, a quelli che inizieranno la loro nuova avventura alle superiori e a tutti quelli che non ho più rivisto ma sopratutto a quelli "che andavano male"e a quanto, in questi anni, mi hanno regalato.
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